domenica 13 aprile 2008

Dicono di noi...


Non sto a tradurre parola per parola per esigenze di tempo e spazio, ma provo a dare il sunto di quello che oggi il New York Times dice di noi:

Oggi gli italiani vanno a votare, rischiando di vedere Berlusconi per la terza volta tentare di risolvere il grande disagio economico e sociale.
Il principale oppositore dice di portare innovazione, ma le sue promesse non si discostano da quelle del miliardario 71enne.

La maggior parte dei 47 milioni di votanti sono pessimisti riguardo una ripresa economica e sociale per il semplice fatto che stanno per fomare il 63° governo dalla fine della 2a guerra mondiale e per il fatto che l'attuale legge elettorale rende difficile una chiara vittoria da parte di qualcuno.

Dopo aver ricordato il motivo per cui si va al voto, la caduta del governo prodi, il NY Times continua: il morale dell'italia è stato duramente colpito dalla ricerca di un acquirente per la compagnia aerea di bandiera, dal rischio sanitario che corre Napoli oltre al rischio mozzarella. Notizie cupe per la quarta potenza economica dell'Unione Europea.

Abbiamo la crescita più lenta dell'Unione Europea, abbiamo il terzo debito pubblico più alto del mondo in termini assoluti ed un terzo degli italiani decideranno chi votare solo davanti alla scheda poichè, riporta il giornale americano, non si trovano differenze tra i due schieramenti contrapposti.
L'artcolo conclude con la considerazione che quest'anno si devono lasciare fuori i telefoni cellulari dalle cabine elettorali. Brutta cosa, dice il NYT, in un paese dove il numero di cellulari supera il numero delle persone.

L'articolo si chiude qui e lascia nella mente del lettore la solita immagine triste di questa italietta che vive per il calcio e per le tette in tv. Siamo il fanalino di coda d'Europa e del mondo, ma questo i giornali ed i telegiornali non lo dicono. Ci parlano delle persone che finiscono sotto la macchina e ci raccontano la criminalità da quartiere come se fosse il più grave allarme del nostro Paese.
E mentre il mondo va avanti, noi abbocchiamo....

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